Prix SIA: dall’estetica all’etica
Prix SIA: dall’estetica all’etica
05.07.2023
Ivo Vasella

Signor Rieder, lei è copresidente ad interim della SIA, inoltre fa parte della commissione Prix SIA. Nel settore della costruzione, esistono già numerosi riconoscimenti. Per quale motivo crearne uno di più?


Sì, è vero: di riconoscimenti ce ne sono già tanti. Ma un premio come il «Prix SIA – il riconoscimento svizzero per una trasformazione sostenibile del nostro ambiente di vita» non esisteva ancora. Un premio così è indispensabile, stimola una riflessione trasversale e lancia un importante dibattito. Per affrontare con efficacia le imminenti sfide del nostro tempo dobbiamo rompere i vecchi schemi, trovare nuove vie. L’intento è quello di far conoscere un ventaglio di progetti innovativi e audaci, realizzati attraverso processi di lavoro del tutto inediti, non convenzionali. Vogliamo far comprendere il concetto di sostenibilità nella sua interezza, tenendo conto degli aspetti ecologici, sociali, economici e culturali. Presenteremo, discuteremo e premieremo una selezione di progetti realizzati nel settore della progettazione e della costruzione, lavori nati da una riflessione onnicomprensiva, opere che non considerano i problemi in modo isolato, ma con uno sguardo ampio e lungimirante, sotto molteplici prospettive. Si tratterà, ad esempio, di progetti capaci di unire, in modo riuscito, le questioni legate all’estetica con le questioni legate all’etica. In definitiva, l’obiettivo finale è sempre quello di promuovere una cultura della costruzione di qualità.

Per quale motivo la SIA ha deciso di lanciare questo premio proprio ora?

In questi ultimi anni, ho visto molti soci SIA realizzare progetti innovativi, opere che, purtroppo, non hanno però avuto molte opportunità di farsi conoscere, se non nelle cerchie specialistiche. Il Prix SIA è una piattaforma, un palcoscenico rivolto a tutti i lavori più avanguardisti, che rappresentano lo «state of the art» nel settore della costruzione. Mi riferisco ad esempi concreti in grado di mostrare tutto ciò che è possibile fare oggi per permettere che la necessaria trasformazione abbia luogo. Presentando una selezione di progetti d’eccezione vogliamo convincere, sì perché il settore della costruzione ha ancora una lunga strada da percorrere in termini di sostenibilità. Oggi siamo più sensibili a certe tematiche, eppure molti investitori continuano a costruire come si faceva venti o trent’anni fa, per comodità o perché possono trarre subito vantaggi economici oppure perché mancano le necessarie competenze. Magari nel piccolo si avvalgono con successo di soluzioni sostenibili, ma non hanno ancora propriamente interiorizzato un approccio volto a promuovere la sostenibilità.

Chi è chiamato a candidarsi al Prix SIA?

Il nostro auspicio è quello di poter ricevere numerosi progetti, realizzati nelle più diverse discipline contemplate dal settore della costruzione. A meritarsi il riconoscimento potrebbe essere un’innovazione tecnica, ma potrebbero esserlo altrettanto un progetto infrastrutturale particolarmente mirabile, uno strumento di lavoro assolutamente geniale oppure un progetto architettonico ben riuscito. I dossier vanno caricati direttamente sul sito www.prixsia.ch.

Tutto questo ha l’aria di essere piuttosto complesso. Se i progetti selezionati saranno molto diversi tra loro, come sarà possibile valutarli in modo equo?

Da un lato ci sarà la giuria, composta da dieci esperti con un ampio ventaglio di competenze. Si tratta di specialisti che, ognuno nel proprio settore, attestano una comprovata esperienza nell’ambito della sostenibilità. Il sito www.prixsia.ch presenta i dieci membri della giuria e il «Sistema Davos per la qualità nella cultura della costruzione» al cui sviluppo ha partecipato anche la SIA. La giuria valuterà i lavori inoltrati sulla base di questo sistema. Una cultura della costruzione di qualità è sostenibile, per definizione, oppure, se vogliamo dirlo in altre parole: la buona qualità dura nel tempo e già solo per questo motivo diventa sinonimo di sostenibilità.


Come si svolgerà, più nel dettaglio, la procedura che porterà all’assegnazione del riconoscimento?

La giuria selezionerà dapprima da sei a nove progetti che entreranno a far parte della cosiddetta shortlist. Questa prima rosa sarà oggetto di delucidazioni, commenti e analisi, anche critiche, che si terranno nella cornice di dibattiti pubblici denominati «Prix SIA Talks». Ripongo grandi aspettative in queste tavole rotonde interdisciplinari. Con esse vogliamo accendere un dibattito da portare avanti anche dopo il conferimento del premio. I progettisti, ma anche gli esponenti della sfera politica, i protagonisti dell’industria edilizia, tutti coloro che vogliono costruire e anche altre cerchie di interessati saranno incoraggiati a proseguire la discussione, ma anche a trovare fonte di ispirazione, saranno spinti a seguire l’esempio e a osare di più nel progettare e nel costruire, rompendo gli schemi.

Qual è il premio in palio?

Il premio sarà quello di farsi conoscere e acquisire visibilità mediatica. Avremo modo di scoprire progetti d’eccezione. Anche se non vi sarà un premio in denaro, siamo certi che ci perverranno i migliori lavori. Alla fine, non sarà proclamato il nome di un vincitore o di una vincitrice. L’idea è quella di insignire del riconoscimento i progetti dietro ai quali vi è un’intera squadra. La giuria ha il compito di designare tre progetti vincitori. Con il riconoscimento non vogliamo raggiungere soltanto le cerchie specialistiche, ci rivolgiamo anche ai non addetti ai lavori. È in quest’ottica che abbiamo previsto l’assegnazione di un premio del pubblico. La cerimonia di premiazione si terrà nel mese di maggio del prossimo anno. Attendo con impazienza questo appuntamento, nel frattempo sono anche molto curioso di vedere quali progetti arriveranno sul tavolo della giuria.

Urs Rieder, ing. RVC dipl. SUP/SIA, è professore presso la Scuola universitaria professionale di Lucerna (HSLU). Prima di dedicarsi all’insegnamento ha lavorato quindici anni in seno a imprese all’avanguardia attive nella pianificazione e nella progettazione di impianti tecnici destinati agli edifici. Dal 2002 Urs Rieder insegna impiantistica degli edifici presso la HSLU e, dal 2022, è responsabile di progetto nell’ambito dell’ampliamento «Campus Horw». Dal 2013, Rieder è membro del Comitato della Società svizzera degli ingegneri e degli architetti SIA. Attualmente è copresidente ad interim, presidente del consiglio di esperti SIA Energia e membro della commissione Prix SIA.